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Digital Solutions

Direttiva UE 2024 2853: cosa cambia per Aziende e Sviluppatori

Lorenzo Fiori


Un nuovo paradigma di responsabilità per l'industria del software

Dal 9 dicembre 2026, quando gli Stati membri dovranno recepire la normativa, tutte le aziende che sviluppano, distribuiscono o gestiscono prodotti digitali saranno soggette a una responsabilità oggettiva per i danni causati ai consumatori. Il software viene finalmente equiparato ai prodotti fisici tradizionali, eliminando la zona grigia normativa che per decenni ha caratterizzato il nostro settore.

Questa rivoluzione normativa colpisce tutti i tipi di software: dalle app mobili ai servizi SaaS, dai sistemi integrati nell'Internet of Things ai complessi sistemi di intelligenza artificiale. Le aziende non potranno più nascondersi dietro clausole di esonero dalla responsabilità o disclaimer, poiché le esclusioni contrattuali di responsabilità saranno nulle di fronte a danni causati da prodotti difettosi.

La direttiva si applica esclusivamente ai prodotti immessi sul mercato dopo il 9 dicembre 2026, ma le aziende devono iniziare subito a prepararsi per adeguare processi, documentazione e coperture assicurative.

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Quali aziende e prodotti sono coinvolti

L'ambito di applicazione della direttiva è estremamente ampio e copre qualsiasi software fornito in contesto commerciale. Sono inclusi non solo gli sviluppatori tradizionali, ma anche:

Società di software e servizi IT: sviluppatori di applicazioni, piattaforme, gestionali e software specializzati. Anche le web agency e i fornitori di servizi di manutenzione e supporto tecnico rientrano nella normativa.

Fornitori di servizi cloud e SaaS: tutti i servizi digitali erogati tramite cloud computing, indipendentemente dalle modalità di fruizione. La responsabilità si estende anche quando il software viene fornito in cambio di dati personali invece che di denaro.

Piattaforme online: marketplace come Amazon, eBay e altre piattaforme di e-commerce diventano responsabili quando presentano prodotti in modo da far credere ai consumatori che siano venduti direttamente dalla piattaforma. Questa disposizione rivoluziona completamente la gestione dei marketplace digitali.

System integrator e produttori di IoT: chi integra software in dispositivi fisici (auto connesse, elettrodomestici smart, dispositivi medicali) risponde per l'intero sistema integrato. Anche i fornitori di servizi digitali correlati essenziali per il funzionamento del prodotto sono inclusi nella responsabilità.

Importante eccezione: il software open source rimane escluso dalla direttiva solo se sviluppato e distribuito senza fini commerciali. Tuttavia, chi integra componenti open source in prodotti commerciali diventa responsabile per eventuali danni, senza possibilità di rivalsa sugli sviluppatori originari.

Gestione del rischio e aggiornamenti software

Una delle innovazioni più significative riguarda la responsabilità per gli aggiornamenti. Gli sviluppatori rimangono responsabili anche per i danni causati da aggiornamenti difettosi, anche se il difetto si manifesta dopo l'immissione iniziale del prodotto sul mercato. Questo vale per tutti gli aggiornamenti forniti direttamente o tramite terzi sotto il controllo del fabbricante.

Le aziende devono implementare procedure di monitoraggio post-vendita particolarmente rigorose. È essenziale documentare ogni fase del ciclo di vita del software, dai test iniziali alla gestione degli aggiornamenti, mantenendo tracce dettagliate che potrebbero essere richieste in caso di controversie.

La non conformità alle normative UE esistenti (GDPR, NIS2, Cyber Resilience Act) costituisce presunzione di difettosità. Le aziende devono quindi assicurarsi che i loro prodotti rispettino integralmente tutte le disposizioni sulla cybersicurezza e protezione dei dati.

Per i sistemi di intelligenza artificiale, deve essere posta particolare attenzione agli aggiornamenti dovuti all'apprendimento continuo. Ogni modifica sostanziale del comportamento del sistema viene considerata come una nuova immissione sul mercato, con conseguente riattivazione dei termini di responsabilità.

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Nuovi obblighi documentali e informativi

La direttiva introduce meccanismi che ribaltano completamente l'onere della prova a favore dei consumatori. I tribunali possono ordinare alle aziende di fornire documentazione tecnica, codice sorgente, log di sistema e qualsiasi informazione necessaria a valutare la difettosità del prodotto.

Le aziende devono prepararsi a gestire richieste di disclosure che potrebbero riguardare: documentazione di progettazione e specifiche tecniche, Risultati di test e procedure di quality assurance, log di funzionamento e monitoraggio dei sistemi, documentazione sui processi di aggiornamento e analisi dei rischi e valutazioni di sicurezza

Se un'azienda rifiuta di collaborare o non fornisce le informazioni richieste, si presume automaticamente che il prodotto sia difettoso. Questa disposizione rende fondamentale mantenere una documentazione tecnica completa e facilmente accessibile.

Per i sistemi complessi, il consumatore deve solo dimostrare la "possibilità di un difetto" e il danno subito. Sarà poi l'azienda a dover provare che il sistema funzionava correttamente e che il danno ha altre cause.

Impatti sui contratti e le clausole commerciali

Tutte le clausole di esclusione o limitazione della responsabilità per danni causati da prodotti difettosi diventano nulle. Questo richiede una revisione completa di: contratti di licenza software, termini di servizio per piattaforme SaaS, accordi con partner e distributori e contratti con fornitori di componenti software

Le aziende devono riformulare i propri contratti focalizzandosi su: definizione chiara dei servizi e delle prestazioni garantite, procedure di segnalazione e gestione dei difetti, responsabilità condivise nella catena di fornitura e obblighi di manutenzione e supporto post-vendita

Particolare attenzione deve essere posta ai contratti B2B, dove la distinzione tra uso professionale ed uso misto (personale e professionale) determina l'applicabilità della direttiva. I danni a beni utilizzati esclusivamente per fini professionali restano esclusi.

Strategie di compliance e preparazione

Audit immediato dei prodotti esistenti: tutte le aziende devono mappare i propri prodotti software identificando potenziali rischi e vulnerabilità. Particolare attenzione ai prodotti che potrebbero causare danni fisici, perdita di dati o impatti psicologici.

Implementazione di processi di quality assurance rafforzati: testing automatizzato estensivo prima del rilascio, procedure di code review obbligatorie, monitoraggio continuo dei sistemi in produzione e gestione strutturata delle vulnerabilità di sicurezza

Documentazione tecnica completa: ogni prodotto deve essere accompagnato da documentazione dettagliata che dimostri la diligenza nella progettazione e nello sviluppo. Questa documentazione sarà cruciale in caso di richieste di divulgazione da parte dei tribunali.

Formazione del personale: sviluppatori, project manager e responsabili legali devono essere formati sulle nuove responsabilità e sui processi di compliance.

Collaborazione con fornitori: le aziende che utilizzano componenti di terze parti (librerie, framework, servizi cloud) devono verificare che anche i propri fornitori siano conformi alla nuova normativa e stabilire chiari accordi di responsabilità condivisa.

La Direttiva 2024/2853 non rappresenta solo un adeguamento normativo, ma un'opportunità per l'industria dei software di aumentare la qualità e l'affidabilità dei propri prodotti, costruendo maggiore fiducia con i consumatori attraverso una responsabilizzazione effettiva nel nostro settore.

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