Diritti digitali: come la nuova direttiva UE rivoluziona i risarcimenti per software difettosi

Lorenzo Fiori
Cosa cambia con le nuove regole europee
Dal dicembre 2024 è in vigore la Direttiva UE 2024/2853 che rivoluziona la tutela dei consumatori nell'era digitale. Per la prima volta, l'Europa equipara completamente il software ai prodotti fisici: se un'app, un servizio cloud o un sistema di intelligenza artificiale causa danni, i consumatori possono chiedere il risarcimento esattamente come per un elettrodomestico difettoso.
La novità più importante è che non serve più dimostrare che il software era "difettoso" secondo i vecchi criteri pensati per i prodotti tradizionali. Basta provare che il prodotto digitale non offre la sicurezza che ci si può ragionevolmente aspettare, considerando il suo uso normale e le aspettative dei consumatori.
Gli Stati membri hanno tempo fino a dicembre 2026 per adeguare le proprie leggi nazionali, ma le nuove regole si applicheranno solo ai prodotti immessi sul mercato dopo quella data.
Quali prodotti digitali sono coperti
La protezione si estende a tutti i tipi di software e servizi digitali che utilizziamo quotidianamente. Sono inclusi i programmi installati sui nostri dispositivi, le app mobili, i servizi cloud come Google Drive o Dropbox, i software di e-commerce e persino i sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT o i filtri automatici dei social media.
Anche i file digitali per la produzione rientrano nella tutela: se scaricate un modello per la stampa 3D che causa danni durante l'utilizzo, potete chiedere il risarcimento al creatore del file. Lo stesso vale per i servizi digitali integrati nei prodotti fisici, come il software di un'auto connessa o di un dispositivo smart home.
Le piattaforme online come Amazon o eBay diventano responsabili quando presentano prodotti in modo da far credere ai consumatori che siano venduti direttamente dalla piattaforma stessa, non da terzi venditori.

Per quali danni potete chiedere il risarcimento
Le nuove regole ampliano notevolmente i tipi di danni per cui è possibile ottenere un risarcimento. Oltre ai tradizionali danni fisici e materiali, ora sono riconosciuti anche i danni psicologici certificati medicalmente, come stress o ansia causati da malfunzionamenti gravi di software essenziali.
Una novità importante è il riconoscimento dei danni ai dati digitali: se un software difettoso cancella i vostri file, foto o documenti importanti, avete diritto al risarcimento sia per il valore dei dati persi sia per i costi sostenuti per tentare di recuperarli. Questo include anche situazioni in cui i vostri dati vengono compromessi a causa di vulnerabilità di sicurezza non risolte.
Sono coperti anche i danni a beni utilizzati sia per scopi personali che professionali, come il computer di casa usato anche per lavoro. Restano invece esclusi i danni a beni utilizzati esclusivamente per attività professionali o commerciali.
Chi è responsabile dei danni
La responsabilità non ricade solo sui produttori originali del software, ma si estende lungo tutta la catena di distribuzione digitale. Sono responsabili i fabbricanti, gli importatori, i distributori e anche chi fornisce servizi digitali collegati al prodotto.
Un aspetto innovativo riguarda le modifiche sostanziali: se qualcuno modifica un software esistente in modo significativo e questa modifica causa il danno, diventa responsabile come se fosse il produttore originale. Questo vale anche per chi integra sistemi di intelligenza artificiale in prodotti esistenti.
Le aziende che operano nell'intelligenza artificiale ad alto rischio hanno responsabilità specifiche secondo l'AI Act europeo, e devono garantire che i loro sistemi non causino danni ai consumatori attraverso decisioni errate o discriminatorie.

Come ottenere il risarcimento
La grande novità è che non dovete più affrontare da soli complesse perizie tecniche per dimostrare il difetto del software. I tribunali possono ordinare alle aziende di fornire informazioni tecniche e documentazione quando presentate prove sufficienti a rendere plausibile la vostra richiesta di risarcimento.
Se l'azienda rifiuta di collaborare o non fornisce le informazioni richieste, si presume automaticamente che il prodotto fosse difettoso. Questo ribalta completamente l'onere della prova: non siete più voi a dover dimostrare il difetto, ma è l'azienda a dover dimostrare che il prodotto funzionava correttamente.
Per i sistemi complessi come l'intelligenza artificiale, basta dimostrare che il danno potrebbe essere stato causato da un difetto del sistema. Sarà poi compito dell'azienda produttrice provare che il sistema funzionava correttamente e che il danno ha altre cause.
I tempi per agire
Avete tre anni di tempo per richiedere il risarcimento dal momento in cui vi siete accorti (o avreste dovuto accorgervi) del danno, del difetto e di chi ne è responsabile. Questo termine è più che sufficiente per organizzare la documentazione necessaria e valutare se procedere legalmente.
Esiste anche un termine massimo di dieci anni dalla data in cui il prodotto è stato messo in commercio, che protegge le aziende da richieste troppo tardive. Per i danni alla persona che si manifestano molto tempo dopo, come alcune patologie, il termine si estende eccezionalmente a 25 anni.
È importante conservare tutta la documentazione relativa all'acquisto e all'utilizzo del software: ricevute, contratti, screenshot di errori, comunicazioni con l'assistenza clienti. Questa documentazione sarà fondamentale per dimostrare quando e come si è verificato il problema.
Cosa fare se subite un danno
Se ritenete di aver subito un danno da software difettoso, il primo passo è documentare accuratamente l'accaduto: salvate screenshot degli errori, annotate date e orari, conservate eventuali comunicazioni con l'assistenza tecnica. Se possibile, fate verificare il problema da un tecnico qualificato.
Contattate subito l'azienda responsabile del software, spiegando il problema e richiedendo una soluzione. Molte volte i problemi si risolvono in questa fase, specialmente se l'azienda riconosce il difetto e offre una compensazione adeguata.
Se la questione non si risolve amichevolmente, rivolgetevi alle associazioni dei consumatori della vostra zona, che possono fornire assistenza gratuita e hanno esperienza in questo tipo di contenziosi. In alternativa, consultate un avvocato specializzato in diritto del consumo o della tecnologia per valutare la fattibilità di un'azione legale.